Eraldo Mancin: L’uomo degli scudetti impossibili”

Eraldo Mancin: L’uomo degli scudetti impossibili”

Solo sei giocatori nella storia del calcio italiano sono riusciti a vincere lo Scudetto con due maglie diverse in due stagioni consecutive, ma Eraldo Mancin è l’unico ad averlo fatto con le casacche di Fiorentina e Cagliari. Un record da Guinnes dei primati! Nato il 18 aprile del 1945 a Polesine Camerini (provincia di Rovigo), in una famiglia di contadini, fu spinto dal nonno a coltivare, anziché la terra, quella passione per il pallone che avrebbe potuto consentirgli una vita migliore. Eraldo lavorò duro per raggiungere il successo e si mise in luce, a soli 15 anni, nel Contarina, formazione che partecipava al campionato di Promozione veneta. Nel 1960 il passaggio al Venezia con cui fece tutta la trafila del settore giovanile. Nel 1963 il debutto in serie B dove disputò 43 partite con i lagunari e 25 con la maglia del Verona. Nel 1966 l’esordio in serie A, di nuovo a Venezia, in una stagione che sarà fondamentale per la sua carriera: nonostante la retrocessione dei neroverdi, i dirigenti della Fiorentina rimasero colpiti da quel difensore arcigno che francobollava gli attaccanti avversari, creando loro mille difficoltà per trovare la via della rete. Per averlo ci fu da battere la concorrenza della Roma che sembrava averlo già acquistato, ma alla fine arrivò a Firenze. Correva l’anno 1967 e, insieme a lui, approdarono in riva all’Arno Superchi, Amarildo e Maraschi, futuri eroi del secondo tricolore viola. L’allenatore era il mitico Beppe Chiappella che, però, a causa dell’incerto rendimento della squadra, sarà sollevato dall’incarico alla dodicesima giornata, a favore del duo Ferrero – Bassi che porteranno la Fiorentina dalla metà della classifica al quarto posto finale. Nella stagione successiva sulla panchina si sedette Bruno Pesaola, detto il Petisso, che lo mantenne titolare inamovibile sulla fascia sinistra nella sua difesa, composta da Superchi, Rogora, Brizi e Ferrante. In quello storico campionato, Mancin saltò soltanto una gara, disputando 29 partite da titolare e vincendo, da protagonista, il secondo Scudetto viola. Memorabile la partita dell’11 maggio 1969, la famosa vittoria sul terreno della Juventus che consentì la conquista aritmetica del primo posto davanti a 10mila tifosi gigliati. Un trionfo che non gli garantì comunque la riconferma: l’annata successiva la Fiorentina decise di cederlo al Cagliari per 185 milioni di lire e il cartellino di Giuseppe Longoni. In Sardegna Mancin visse una prima stagione da riserva di Giulio Zignoli, riuscendo comunque a partecipate alla vittoria del primo (e unico) Scudetto della storia del Cagliari con 8 presenze stagionali. Sull’Isola rimase per 5 anni e, siccome era un uomo che amava compiere le grandi imprese, segnò anche una tripletta (cosa assai rara per un difensore) nella partita casalinga contro il Verona, vinta dal Cagliari per 4-1 nel 1971. L’avventura con i rossoblù si concluse nel 1975, dopo 114 partite e 5 reti. La sua carriera proseguì in B a Pescara, dove contribuì a 2 promozioni nella massima serie, per chiudersi nel Mestrina, di nuovo vicino a casa. A Mestre cominciò anche il percorso da allenatore, 8 stagioni sulle panchine di Pro Mogliano, Belluno e Rovigo, senza grandi soddisfazioni. Poi tante estati, a parlare di pallone, sulle spiagge venete di Cavallino – Treporti, dove era conosciutissimo, fino alla scomparsa avvenuta, a soli 71  anni, il 18 novembre del 2016. Ma quel suo ineguagliabile record lo ha reso immortale, consegnandolo per sempre al libro dei grandi del calcio italiano.

Tommaso Borghini

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