Di Chiara: «Alla Viola servirebbe…un Messi»

Di Chiara: «Alla Viola servirebbe…un Messi»

La finale di Varsavia del 27 maggio sembra lontanissima per la Fiorentina, che pochi giorni fa, in Spagna, è stata strapazzata dal Siviglia per 3-0. Un passivo pesantissimo che può essere ribaltato solo con una partita perfetta, in cui tutto deve girare per il verso giusto. Alberto Di Chiara, una finale di Coppa Uefa (quando ancora si chiamava così) con la maglia viola l’ha giocata, nel 1990 contro la Juventus, nel doppio scontro tra Torino e Avellino. Ecco cosa ci ha detto l’ex esterno viola

Di Chiara, alla luce del risultato maturato nella gara del Sanchez Pizjuan , alla Fiorentina servirebbe un’impresa al Franchi per passare il turno, lei ci crede?

«I viola hanno bisogno di un vero e proprio miracolo. Nella storia del calcio ci sono stati episodi clamorosi in cui i netti risultati delle partite di andata sono stati ribaltati al ritorno ma sono davvero pochi, si possono contare sulle dita di una mano. Il problema, inoltre, è che il Siviglia non è una squadra sprovveduta e lo ha dimostrato giovedì scorso. Per i viola non sarà una partita facile da preparare perché passare dall’euforia post Tottenham, Roma e Dinamo Kiev al pessimismo post-Siviglia è uno shock non da poco».

Se c’è ancora una piccolissima speranza, per la Fiorentina, ci vorrà una grande spinta da parte del pubblico

«Sì, il ruolo del Franchi sarà decisivo. I primi minuti saranno fondamentali per capire se la Fiorentina può compiere un’impresa oppure no. La squadra dovrà partire subito carica e motivata, alla ricerca di un gol che toglierebbe certezze al Siviglia, poi dovrà continuare ad attaccare a caccia di una seconda rete. Se tutto questo riuscisse ai viola, poi non resterebbe che sperare, perché negli ultimi minuti di una partita può sempre succedere di tutto. Questo mi sembra l’unico modo per fare una rimonta che rimarrebbe nella storia, ma è davvero complicatissima. Senza dubbio la Fiorentina non può permettersi neanche un errore, altrimenti sarebbe tutto inutile».

Quali sono le caratteristiche principali della squadra di Emery?

«Il Siviglia è una squadra compatta con un grande spirito di gruppo, contro la squadra di Montella ha dimostrato maggiore determinazione e ha anche avuto un pizzico di fortuna per le occasioni sciupate da Gomez, Mati e Salah, che avrebbero potuto cambiare l’esito della gara. Gli spagnoli poi hanno dimostrato di saper sfruttare al meglio gli errori della Fiorentina. I giocatori del Siviglia hanno dato l’impressione di avere un’identità più forte, forse anche dal punto di vista territoriale, anche se in campo non c’erano solo spagnoli. La Fiorentina invece è scesa in campo addirittura senza italiani, compresi coloro che sono entrati a partita in corso».

Montella ha sempre alternato due moduli, il 3-5-2 ed il 4-3-3, per spiazzare gli avversari potrebbe provare qualcosa di diverso?

«Ho sempre pensato che nel calcio non siano i moduli a fare la differenza, gli schemi contano fino ad un certo punto, contano più i singoli. In questa fase della stagione si fa fatica a trovare un giocatore che, anche quando la squadra non gira, prenda in mano la situazione e risolva la pratica. In Italia, solo la Juventus sembra avere giocatori capaci di cambiare da soli le sorti di una gara. Non sempre con il bel gioco si arriva al risultato desiderato, spesso ci vuole anche altro; Barcellona-Bayern della scorsa settimana è stato un esempio perfetto: i blaugrana hanno giocato benissimo con il loro solito tiki-taka ma a 20 minuti dalla fine erano ancora sullo 0-0. Ci sono volute le giocate illuminanti di Messi per cambiare completamente le carte in tavola».

Redazione

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