Daniela Morozzi: “Chiesa figlio di Firenze, sarebbe bello se restasse!”

Daniela Morozzi: “Chiesa figlio di Firenze, sarebbe bello se restasse!”

La Fiorentina non vince in campionato davanti ai propri tifosi da metà dicembre, e questa sera Montella e i suoi ragazzi vogliono interrompere il digiuno. Di fronte, avranno il Sassuolo di De Zerbi, nome accostato alla panchina viola prima delle dimissioni di Stefano Pioli. Per parlare della stagione dei gigliati, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Daniela Morozzi, attrice nota al grande pubblico per la partecipazione alla serie tv “Distretto di polizia”, e tifosa della Fiorentina.

Quando è nato il suo amore per la Fiorentina?

«Il mio amore per la Fiorentina potremmo definirlo un amore tardivo, sbocciato grazie all’incredibile passione di mio figlio. Da profana cerco di seguire le partite, anche se non posso dire di essere competente. Quando la Viola vince sono felice, perché in un certo modo la Fiorentina rappresenta Firenze e i fiorentini. Tutti noi sentiamo un senso di appartenenza, un brivido sportivo ogni volta che la squadra è protagonista».

Che idea si è fatta della squadra di quest’anno?

«La situazione è complessa, da fuori è molto difficile definire la Fiorentina di oggi. Direi che la miglior definizione potrebbe essere quella di squadra non decollata. Le difficoltà sono state molteplici nel corso della stagione…».

Pioli si è dimesso, al suo posto è arrivato Montella. Cosa ne pensa?

«Il nuovo allenatore mi piace molto, mi sembra un uomo in gamba e nella sua prima esperienza a Firenze ci ha fatto divertire. Speriamo che possa far bene. Per quanto riguarda Pioli, invece, ritengo abbia fatto un discreto lavoro, come tutti ha commesso degli errori. Penso che se non ci sono più le condizioni per restare in un luogo, sia giusto andarsene. Il punto non è Pioli che si dimette, ma la gestione da parte della proprietà: se Prandelli, Montella, Sousa e, adesso, Pioli lasciano la Fiorentina in un certo modo, evidentemente esiste un problema alla base. Finché non si risolve quello, è quasi superfluo parlare di allenatori. Sarebbe opportuno che qualcuno facesse mea culpa».

A proposito di proprietà, si sente più vicina alla parte di tifoseria che contesta i fratelli Della Valle oppure a quella che è favorevole?

«È un discorso troppo complesso per me, non sono così dentro alla cosa da poter esprimere un parere netto. Credo che in giro ci siano tante persone che parlano senza sapere cosa dicono, che in generale ci siano troppe persone che parlano. Mi sembra evidente che i Della Valle, molto tempo fa, abbiano deciso di vendere la società, ma non ci sono riusciti. Non ancora almeno. Non so cosa succederà nei prossimi mesi…».

Nelle prossime settimane intanto si deciderà il futuro di Federico Chiesa. Le piace il giocatore? Lo vede ancora a Firenze il prossimo anno?

«Chiesa mi piace da impazzire, lo adoro. Mi appassiona la sua storia, il fatto che suo padre sia stato un grande calciatore della Fiorentina. In campo è una forza della natura, e soprattutto è diventato un simbolo: è un figlio di Firenze, viene dal settore giovanile viola, ogni partita dimostra di sentirci veramente per la maglia che indossa… Insomma, è un esempio per tutti. Un esempio di correttezza, serietà e intelligenza. Non so se resterà, ma mi dispiacerebbe molto se fosse ceduto».

È molto appassionata anche di calcio femminile…

«Assolutamente! Mi piace moltissimo, seguo la Fiorentina Women’s e faccio i complimenti alle ragazze perché sono bravissime. È una grande soddisfazione quando sento gli uomini fare apprezzamenti sul calcio femminile, a dimostrazione che queste ragazze sono riuscite ad abbattere un muro: il calcio non è solo per uomini. È un grande messaggio. Lo sport, se fatto in un certo modo, può dare un esempio gigantesco».

In conclusione, vorrei fare due battute anche sul suo spettacolo a Firenze, che ha riscosso grande successo.

«Ho da poco terminato la tournée su un racconto di Joseph Conrad che tratta due temi delicati: l’amore e i migranti. Uno spettacolo impegnativo ma molto stimolante. Così come è stato stimolante “Si fa di sabato”, su Controradio con Paolo Hendel e Raffaele Palumbo: una trasmissione radiofonica e spettacolo teatrale al tempo stesso, rigorosamente in diretta, con ospiti provenienti dalla cultura, dalla politica e, ovviamente, dallo sport».

Giacomo Cialdi

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