C’era una volta Martino…

C’era una volta Martino…

Sarebbe stata quella odierna la partita di Martin Jorgensen, il giocatore che la Fiorentina aveva acquistato in comproprietà dall’Udinese nell’estate del 2004. Non fece molto bene nella sua prima stagione a Firenze l’ala danese come del resto tutta la squadra che si salvò solo all’ultima giornata. Né Fiorentina né Udinese (gli unici due club in cui ha militato in Italia) volevano così riscattare il giocatore. Le due società non si trovarono d’accordo sul suo valore e andarono alle buste. Su quella del club dei Pozzo c’era scritto zero euro. Su quella della Fiorentina solo qualche centinaio di euro. Così Jorgensen restò a Firenze. E a trent’anni (è nato nel 1975), con Prandelli in panchina, disputò altre cinque stagioni di grande spessore tanto da diventare uno dei beniamini dei tifosi viola. Ha ricoperto tanti ruoli Martin o meglio Martino come lo chiamavano in tanti in riva all’Arno. Giocò all’ala, da centrocampista, da seconda punta e anche da terzino. Sempre in maniera impeccabile. Con la Fiorentina è rimasto fino all’estate del 2010 (aveva già 35 anni) quando tornò all’Aarhus, la società danese da cui l’Udinese lo aveva acquistato nel 1997. In Friuli aveva disputato 184 partite di campionato, segnando 30 reti, una anche al Franchi nel match del 13 febbraio 2000 finito 1-1. Jorgensen portò in vantaggio i bianconeri prima del pareggio di Batistuta. Con la Fiorentina Martino ha giocato 151 gare in serie A, realizzando 14 gol. Fu protagonista con i viola anche in Europa. Il 9 dicembre 2009 ad Anfield Road nell’ultimo incontro del girone di Champions League (vinto dalla Fiorentina) segnò la rete del pareggio con il Liverpool prima che Gilardino siglasse quello dello storico successo per 2-1. E il 24 maggio di quello stesso anno, alla penultima di campionato, Jorgensen aveva segnato all’89’ a Lecce il gol del pareggio (1-1) che aveva portato la Fiorentina ai preliminari di Champions con novanta minuti d’anticipo. Fu quella una delle tante grandi gioie che regalò ai tifosi viola.

Ruben Lopes Pegna

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