Bati-gol, Ranieri e quella squadra fantastica

Bati-gol, Ranieri e quella squadra fantastica

Questa è la storia di una squadra fantastica, capace di stravincere la Coppa Italia, con un percorso netto. Una squadra che faceva sognare i tifosi e che riuscì a mettere in bacheca un trofeo che, a Firenze, mancava da 21 anni. Era la Fiorentina di Batistuta e Rui Costa, ma anche di Toldo, Amoruso, Schwarz e “Spadino” Robbiati. Un concentrato di forza, tecnica e classe, guidato da Claudio Ranieri, allora molto giovane e tra i tecnici italiani emergenti. Ranieri era stato assunto dal vulcanico Vittorio Cecchi Gori tre anni prima per risollevare la squadra da un’incredibile retrocessione in serie B. E il buon Claudio bruciò le tappe, riportando i gigliati in serie A al primo colpo e regalando a Firenze, a stretto giro di posta, un trionfo che mandò in visibilio i tifosi.
Quella Fiorentina, dicevamo, fece un percorso netto, vincendo tutte le partite della competizione. 2-1 nel debutto ad Ascoli, 5-0 a Lecce, 1-0 e 2-1 nei quarti con il Palermo, 3-1 e 1-0 nella semifinale con l’Inter. Avversario della doppia finale, a sorpresa, fu l’Atalanta, ironia della sorte, guidata dal tifoso viola Emiliano Mondonico. La prima partita si giocò al Franchi di Firenze il 2 maggio 1996. Ranieri schierò la seguente formazione: Toldo, Carnasciali, Padalino, Sottil, Amoruso, Piacentini, Rui Costa, Schwarz, Orlando M., Robbiati, Batistuta. Lo stadio era stracolmo e i viola furono accolti in campo con un grande spettacolo di fumogeni e bengala, non solo nelle curve, ma anche in Maratona. Il grande entusiasmo ingessò un po’ le gambe a Batistuta e compagni che, in avvio, rischiarono grosso quando l’atalantino Herrera, sfruttando un errore difensivo, si presentò solo davanti a Toldo che, uscendo a valanga, salvò il risultato. Mondonico, da grande stratega, aveva chiuso tutti gli spazi e la sua Atalanta sembrava in grado di reggere l’urto di una Viola sotto pressione. Il trascorrere dei minuti e il risultato che non si sbloccava, fecero salire ulteriormente la tensione, ma la Fiorentina aveva Batistuta che, come al solito, tolse le castagne dal fuoco. L’argentino raccolse il corner corto di Rui Costa e, dal limite dell’area, fece partire una rasoiata forte e arcuata che bucò le mani al portiere Ferron. L’urlo del Franchi fece il resto e la Fiorentina cambiò marcia, sfiorando il raddoppio e rischiando solo nel finale quando, sulla conclusione ravvicinata di Morfeo, salì in cattedra ancora una volta Toldo. L’1-0 proiettò i viola verso la gara di ritorno con un vantaggio esiguo, ma importante. A Bergamo, il 18 maggio, fu l’Atalanta o doversi scoprire per cercare di ribaltare il risultato. E la squadra di Ranieri andò a nozze, segnando con Lorenzo Amoruso e con l’implacabile Bati, per il 2-0 finale che le consegnò il trofeo. A Firenze si scatenò il delirio, 30mila tifosi attesero la Fiorentina allo stadio Franchi fino alle 3 di notte per festeggiare. Per una notte da brividi che, chi ha avuto la fortuna di vivere, non dimenticherà mai.

 

Tommaso Borghini

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