Ancora tanto veleno nella coda

Ancora tanto veleno nella coda

Vincere con il Milan e poi perdere con l’Empoli con i difensori centrali titolari. Qualcosa non quadra nella Fiorentina di quest’anno. Perché è vero che il calcio non è una scienza esatta ma un minimo di logica dovrebbe averla. Altrimenti tanto valeva giocare a Empoli con Venuti e Igor. Chiaro che la sconfitta abbastanza incredibile di Empoli non è certo colpa di Milenkovic e Quarta. Altri fattori hanno contribuito. Un po’ di sfortuna, tipo la traversa nel primo tempo su cross deviato di Bonaventura. Un po’ di imprecisione, tanto che il solo gol segnato dalla Viola appare poca cosa rispetto alla mole di gioco creata. E anche, a nostro modesto parere, qualche errore della panchina. Insomma, un sabato che avrebbe potuto lanciare la Viola nel firmamento calcistico si rivela un mezzo disastro. Comincia nel peggiore dei modi il filotto delle sei partite che, secondo i più ottimisti, avrebbe dovuto portare 18 punti nelle casse di Commisso. Ci sarà da riflettere parecchio, anche perché, a questo punto, difficile capire quale sia il valore vero di questa squadra che ha vinto 7 partite ma ne ha perse altrettante. Un po’ troppe, per le ambizioni di tutti.

Andando per ordine, il primo tempo è stato dominato dalla Fiorentina. Si è rivisto il pressing asfissiante di inizio campionato e la difesa altissima (ma l’Empoli non ne ha approfittato). Purtroppo, però, si è rivisto anche il Vlahovic imprigionato tra i centrali avversari., Ed è dimostrato che la Viola senza l’apporto del suo centravanti, e non solo per i gol, riesce difficilmente a far paura. Bene, secondo noi, Callejon, più vivo del solito. Un paio di parate del portiere avversario e la traversa quasi autogol di cui si è detto sembravano comunque promettere bene per il futuro. E infatti nella ripresa la sorte sembra sorridere alla Viola. L’Empoli perde palla a centrocampo. Vlahovic lancia Callejon, perfetto cross basso dello spagnolo e lo stesso centravanti serbo, a dimostrazione di quanto detto prima, va a concludere in rete in scivolata. Difficile non pensare che, a quel punto, la partita si fosse ormai indirizzata nel modo migliore per la Viola, vista anche la poca consistenza offensiva dell’Empoli. Anche se ai ragazzi di Andreazzoli va riconosciuto il grosso merito di non essere mai usciti dalla partita. La girandola di sostituzioni di Italiano non modifica l’assetto tattico della squadra. Rimane sempre il 4-3-3 con la difesa altissima. E forse sta proprio qui il problema. In vantaggio per uno a zero in trasferta, partita importantissima, sembrerebbe logico provare a gestire la gara. Magari rinunciando a un esterno offensivo per un centrocampista in più. Ma Italiano la pensa in modo diverso. E, come a Torino, si materializza lo scorpione, con il veleno nella coda. Prima Bandinelli, fiorentino e cresciuto nelle giovanili della Fiorentina, sfrutta un errore di Terraciano che esce inutilmente su un cross, si scontra con Milenkovic e lascia la porta aperta. Poi Pindemonti segna un gol su contropiede in cui tutta la Viola da il peggio di sé (i due cross sono venuti tutti e due dalla stessa parte, quella di Biraghi. Forse il capitano ha bisogno di un po’ di riposo?). Gli ultimi sette minuti servono solo a rimpiangere quello che poteva essere e non è stato. Una vittoria della Viola per sentire il profumo dell’Europa.

Le pagelle ci dicono che senza Vlahovic sarebbero dolori, nonostante che il serbo oggi, a parte il gol, non abbia brillato. Ma ci dicono anche che alcuni giocatori, tipo Castrovilli, dovranno migliorare e parecchio per dare il loro contributo a questa squadra.

L’impressione, forse sbagliata, è che questo modulo tattico abbia bisogno di giocatori sempre al massimo e con l’attenzione sempre altissima. Un errore, anzi due, per come è messa in campo questa squadra, possono costare carissimi.

Duccio Magnelli

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