Anche le Frecce Tricolori fanno il tifo per Federico Chiesa

Anche le Frecce Tricolori fanno il tifo per Federico Chiesa

Anche le mitiche Frecce Tricolori fanno il tifo per Federico Chiesa. Mirco Caffelli, il comandante della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica più famosa e spettacolare del mondo, regala al Brivido Sportivo una bella intervista in occasione di Pitti Immagine, confessando di apprezzare molto il giovane talento viola e la nostra bellissima città.

Comandante Caffelli, quanto i giovani come Federico Chiesa possono diventare emblema di un Paese?

“E’ sui giovani italiani come Federico Chiesa che il calcio, ma anche l’intera società, devono puntare. Sono i ragazzi come loro che possono dare quel cambiamento, quel qualcosa in più. Il senso di appartenenza per noi aviatori delle Fecce Tricolori è fondamentale, spero e mi auguro che lo sia anche per loro”.

Le Frecce Tricolori arrivano a Firenze come Testimonial per il Brand Aeronautica Militare che vi ha scelto per rappresentare il Tricolore, quanta soddisfazione c’è?

“Una soddisfazione enorme. Rappresentare i colori della tua Nazione è qualcosa di indescrivibile”.

L’ultima apparizione delle Frecce Tricolori a Firenze è stata nel 2008, cosa si prova a sorvolare una città così bella?

“Una sensazione incredibile, Firenze non è solo una città meravigliosa da terra, ma lo è anche dall’alto. Iniziai il mio cammino con le Frecce proprio in quegli anni. Ne sono passati 10, ma quando si fa qualcosa con passione è proprio il caso di dire che il tempo… vola”.

Quanta preparazione sia fisica che mentale mettete in quello che fate per riuscire al meglio?

“La nostra è una tradizione acrobatica che va avanti dal 1961. Per affrontare il volo delle Frecce Tricolori bisogna essere preparati sia fisicamente che mentalmente. Facciamo molto sport e psicologicamente è molto importante la serenità interiore della persona ma soprattutto del gruppo. Poi c’è una preparazione maniacale sulle manovre di volo”.

Quanto pericolo reale c’è in quello che fate?

“Non lo chiamerei pericolo, c’è tantissimo addestramento, noi non abbiamo paura mentre facciamo le nostre manovre che possono sembrare spericolate, la vera paura è quella di far sfigurare le Frecce non riuscendo a compiere una manovra in maniera perfetta”.

La “Scintilla” è una delle vostre manovre più complicate… ce la vuole raccontare?

“Dal ’61 abbiamo le stesse 18 manovre acrobatiche, è difficile inserirne una nuova, perché ci vogliono 7 mesi di formazione per riuscire a compierle. Abbiamo stimato che per inserire una manovra nuova occorrono circa 10 anni. Nel 2006 è  stato inventato il “Cuore”, nel 2015 la “Scintilla”. Si tratta di un’apertura frontale in cui i 9 velivoli si dirigono in 9 parti diverse, seguiti dalla scia di colore. Sembra proprio l’esplosione della “Scintilla” del Tricolore. Il tutto viene compiuto in un minuto e mezzo, pronti a ricongiungersi subito dopo per la prossima manovra”.

Come si decide di entrare a far parte delle Frecce Tricolori?

“E’ un sogno nel sogno. Quando sono entrato nell’Aereonautica non pensavo minimamente alle Frecce Tricolori, lo vedevo un obbiettivo impossibile. Dopo 4-5 anni e l’esperienza di aver fatto parte di un gruppo operativo, è arrivata l’opportunità del concorso. E’ stata dura: servono 750 ore di volo jet e ogni anno, su 10-12 candidati, ne vengono presi al massimo 2”.

E’ vero che i migliori piloti dell’Aeronautica sono quelli delle Frecce?

“Non i migliori, ma sicuramente i più capaci. Per farne parte bisogna avere un carattere molto marcato e una forte appartenenza al gruppo”.

L’Italia del calcio non parteciperà al Mondiale, quante delusione c’è per voi che rappresentate il Tricolore?

“Mi tolgo la divisa e rispondo da grande tifoso dell’Italia. Dispiace davvero tanto. Non solo per una questione calcistica, ma di italianità. Per il mancato valore, di fronte a tutto il mondo, di dimostrare quello che noi italiani siamo in grado di fare”.

Lucia Petraroli

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