Orlandini: “Ora teniamo testa alle grandi”

Orlandini: “Ora teniamo testa alle grandi”

La Fiorentina nel prossimo match al Franchi si troverà davanti la corazzata del Napoli del toscano Luciano Spalletti.  Chi conosce bene le due piazze è Andrea Orlandini ex centrocampista che ha militato in entrambe le squadre. Nella Fiorentina fu Liedholm a lanciarlo in prima squadra, la stagione 81-82 fu però la più bella con la Viola che sfiorò la conquista dello scudetto. Appesi gli scarpini al chiodo “Birillo”, come lo chiamavano i compagni di squadra, diventò dirigente sotto la gestione Pontello e Cecchi Gori. Anche Napoli gioco 4 ottime stagioni, portando a casa la Coppa Italia. In vista della partita analizziamo con lui il momento viola.

Orlandini, come giudica l’avvio di stagione viola?

“Siamo al di sopra delle aspettative. Con l’avvento di Italiano la squadra è migliorata molto. La Fiorentina riesce a tenere testa alle grandi, forse deve stare attenta a non perdere energie e lucidità nei secondi tempi”.

Italiano è il valore aggiunto?

“Conoscevo Italiano già come giocatore, poi come allenatore ha fatto davvero bene in questi ultimi anni. Si è fatto subito voler bene dalla piazza. Mette bene la squadra in campo, lavorando molto sulla tecnica”.

 Che squadra sta nascendo?

“La squadra sta giocando bene. Mi ha colpito Gonzalez, un giocatore importante. Ma anche Torreira a centrocampo, ne avevamo bisogno. Credo che però che la rosa possa essere ancora integrata in maniera positiva già nel mercato di gennaio soprattutto in attacco dove non abbiamo un vice Vlaovich reale. Il giocatore che consiglio è molto vicino a Livorno, si chiama Lorenzo Lucca. Mi soffermo sulla difesa, non si deve solo andare in attacco ma anche saper difendere bene, bisogna centellinare le energie e migliorare sulle palle da fermo”.

Che match si aspetta tra Fiorentina e Napoli? 

“Il Napoli è forte. Oshimen farà sempre più la differenza. L’anno scorso partì male anche causa covid, ma oggi si sta confermando. I giocatori vanno saputi aspettare, oggi vale il doppio di quanto il Napoli l’ha pagato. Anguissa poi è davvero fortissimo e ha messo a posto il centrocampo. Spalletti sta lavorando bene, se qualcuno sbaglia va in panchina. Credo che lotterà per lo scudetto. Sarà una gara molto bella. Dovremmo marcare a uomo Osimhen”.

Spalletti, toscano doc, ha scelto la piazza partenopea condivide la decisione?

“E’ di Certaldo e ha fatto bene a sposare un progetto importante come Napoli. La squadra è stata rafforzata e può competere ad alti livelli”.

Come valuta la gestione Commisso?

“Il presidente sta costruendo un bel progetto, a partire dal Viola Park. L’unica cosa che contesto è stata l’uscita di Antognoni dalla società, un grande errore perché privarti di una figura così è controproducente. Dall’altra parte capisco il dispiacere da parte di Antognoni nel lasciare la prima squadra, ma forse io avrei accettato il ruolo di scout per i giovani perché poteva essere una buona carta da giocarsi per far vedere il proprio talento”.

Il suo ricordo più bello in viola?

“Il mio debutto. Potevo essere riconfermato a 18 anni, ma in quel momento avevo delle difficoltà con l’allenatore Bassi ed andai alla Reggiana dove arrivammo quarti, per un punto non andammo in serie A. Poi fu la volta di Prato in C dove giocai un ottimo campionato e fu lì che tornai in viola con Pandolfini, poi Liedholm e Mazzoni un padre per me. Arrivammo sesti e ci qualificammo in coppa Uefa. Poi fu la volta di Napoli dove andai anche in Nazionale. A conclusione della carriera di giocatore entrai in società con Pontello, affiancando Tito Corsi, poi con Cecchi Gori, attaccatissimo alla Fiorentina. Anni bellissimi”.

Lucia Petraroli

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