Alla fine, è sempre calcio d’agosto

Alla fine, è sempre calcio d’agosto

Si avvia alla conclusione il campionato più sgangherato della storia del calcio italiano. Due giornate alla fine, che verranno giocate a temperature “sahariane”, visto che l’anticiclone africano ha annunciato il suo prossimo arrivo. Meno male che i nodi sono stati praticamente tutti sciolti. Impensabile avere degli obbiettivi da raggiungere con la testa che frigge a quaranta gradi. Si torna, quindi, al tradizionale calcio d’agosto, giocato non più nel fresco delle montagne ma nelle fornaci degli stadi cittadini. Che senso abbia, non lo sappiamo. Anche perché la nuova stagione è quasi alle porte e rimane poco tempo per fare le scelte giuste. Per esempio, a Firenze si aspetta il nome del nuovo tecnico. La speranza è che la dirigenza, con Commisso in testa, abbia già le idee chiare. Perché i tempi stanno cominciando a restringersi, dato per scontato che non sarà Beppe Iachini, il cui nome, del resto, suscita ben poco entusiasmo a Firenze. Qualcuno dice che nelle ultime due partite avrebbe dovuto osare di più, magari per provare a convincere Commisso. Non siamo d’accordo, perché snaturare le proprie convinzioni tattiche non è una cosa consigliabile per nessun allenatore. A Milano la Viola ha subito molto, anche perché l’Inter è più forte della Fiorentina. Ma ha portato a casa un punto insperato A Roma è andata meglio come gioco, meno bene come risultato, ma se solo l’arbitro non si fosse inventato un rigore alla fine per i giallorossi sarebbe stato, probabilmente, un altro pareggio (e comunque su quella azione aleggia anche l’ombra di un possibile errore tecnico per tocco dell’arbitro stesso). Comunque, sulle due partite si possono fare delle considerazioni in vista della prossima stagione. Per esempio, se Chiesa resterà difficile pensare a un suo futuro da esterno a tutto campo. Difficile anche pensare alle cessioni di Pezzella e Milenkovic, a meno che non ci siano già pronti sostituti più forti. Le prestazioni di Terracciano sono state eccezionali, ma Dragowski non va messo in un angolo. Mentre per l’attacco, bisogna comunque trovare un centravanti di grande livello e comunque va valutato che, pur nella sua immensa grandezza, Ribery ha già compiuto 37 anni. Per il resto, ci auguriamo solo un futuro molto migliore per tutti. Per la Viola e anche per il calcio italiano. E anche per gli arbitri, sperando che qualcuno riesca a convincerli che il Var non è un nemico pronto a minare la loro autonomia.
Alla fine, la vera speranza è che questo spezzone di campionato denominato post-covid, rimanga solo un brutto, bruttissimo ricordo.
Buona estate a tutti.

Duccio Magnelli

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