Speciale Stadio, Francesco Franchi: “Restyling e Cittadella al Campo di Marte per rispettare la storia viola e per non abbandonare il Franchi”

Speciale Stadio, Francesco Franchi: “Restyling e Cittadella al Campo di Marte per rispettare la storia viola e per non abbandonare il Franchi”

È ripartito il campionato ma a tenere banco, oltre al rendimento della Fiorentina, è la questione stadio. Con i tifosi divisi su quale sia la soluzione migliore tra restyling del Franchi e nuovo impianto a Campi Bisenzio, ma totalmente uniti nella convinzione che sia necessaria una delle due opzioni per garantire un futuro radioso alla squadra viola.
Per discutere di questo, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Francesco Franchi, figlio del grande dirigente Artemio, a cui è intitolato proprio l’attuale stadio della Fiorentina.

Franchi, che idea si è fatto sulla discussione intorno allo stadio?

«Sono molto perplesso, francamente. Ho l’impressione che ci siano tante chiacchiere e pochi fatti concreti, in questo momento, a Firenze. Chiaramente non è responsabilità di Rocco Commisso, che è arrivato da poco più di dodici mesi e sta facendo il possibile per superare l’impasse».

Esclusa la pista che portava all’area Mercafir, sono rimaste due opzioni per la Fiorentina: il restyling dell’Artemio Franchi e la costruzione di un nuovo impianto a Campi Bisenzio. Quale delle due soluzioni, a suo parere, è la migliore?

«Personalmente, non ho mezzo dubbio: il restyling del Franchi. Mentirei se dicessi che non voglio bene allo stadio intitolato a mio padre, è ovvio che sono legato a doppio filo a quell’impianto, ma non è solo per questo che preferirei una ristrutturazione. Temo che l’alternativa al restyling significherebbe condannarlo ad un futuro peggiore, un futuro da contenitore vuoto. Una prospettiva dolorosa per chiunque abbia a cuore la Fiorentina… si figuri per me».

Cosa darebbe in più il Franchi a tifosi e squadra?

«La storia, il cuore. Dentro quello stadio si sono scritte le pagine più belle della grande storia della Fiorentina, e quando si superano i tornelli si sentono le emozioni, si rivivono i ricordi. Vale per i tifosi, ma anche per i calciatori che pensano “Qui ha giocato per anni Gabriel Omar Batistuta” o altri meravigliosi campioni. Questo, tutto questo darebbe in più il Franchi».

Le cose da fare sull’attuale stadio sarebbero diverse…

«Certamente. Oggi quell’impianto non è più adatto al calcio moderno, tantomeno all’idea di spettacolo che dev’essere una partita di pallone. Servirebbe un profondo rinnovamento, salvaguardando però le cose più belle di Nervi: opere architettonicamente geniali. Penso non sia impossibile fare dell’Artemio Franchi uno strumento efficiente e moderno. Ovviamente serve la volontà da tutte le parti in gioco».

Al momento, però, sembra esserci una certa incertezza sulla realizzazione di entrambi i progetti. Crede che questo stallo possa effettivamente allontanare Rocco Commisso da Firenze e la Fiorentina?

«Noi italiani oramai siamo abituati a tempi biblici, quindi dovremmo chiederci: quanto è disposto ad aspettare Commisso? Per un imprenditore che viene dall’altra parte del mondo, che è abituato ad una burocrazia molto più snella e, in generale, un sistema meno farraginoso, credo siamo già al limite del ragionevole. Il presidente viola si sta rendendo conto di essere arrivato in un paese complesso e, per tanti versi, arroccato su posizioni e questioni. A mio avviso sì, il rischio che Commisso si stufi di questi teatrini c’è, ed è concreto. Perché in America, per costruire uno stadio, serve un decimo del tempo. Quindi è comprensibile la sua perplessità. Per quanto mi riguarda, comunque, sarebbe folle rifiutare l’italo-americano: in un momento storico come questo, un imprenditore facoltoso e seriamente intenzionato ad investire tanto denaro dev’essere messo nelle condizioni di farlo. Non ci sono discussioni che tengano».

Quanto è importante secondo lei un nuovo stadio per le fortune future della Fiorentina?

«Non è importante per la Fiorentina, ma per tutte le squadre del nostro campionato. Oggi servono impianti efficienti e multifunzionali che aiutino a migliorare il fatturato dei club, così da poter competere ad alti livelli. Lo stadio, per costruire una grande Viola, è fondamentale!».

Giacomo Cialdi

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