Orlando: “Beppe il motivatore che serviva, ma servono rinforzi. Soprattutto a metà campo”

Orlando: “Beppe il motivatore che serviva, ma servono rinforzi. Soprattutto a metà campo”

In maglia viola ha giocato dal 1990 al 1994, per poi tornare 1995 al 1997 dopo una parentesi al Milan. Massimo Orlando ha sollevato una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, entrando nel cuore della gente, nonostante una carriera penalizzata dagli infortuni. E oggi analizza con noi l’avvento in panchina di Giuseppe Iachini, con il quale ha condiviso lo spogliatoio negli anni da calciatore a Firenze.

Massimo Orlando, il 2019 si è concluso con il cambio di allenatore. È arrivato Giuseppe Iachini, che lei conosce bene…

“Credo che in un momento delicato come questo sia la persona giusta. La Fiorentina, al di là delle difficoltà dovute al ritardo nel mercato e al cambio di proprietà, non deve lottare per questa classifica. Però c’è dentro e Iachini ha esperienza, è molto bravo in queste situazioni e la sua carriera gli dà ragione. È molto amato a Firenze e la scelta della società è logica. Parte con credenziali più che buone: è un sanguigno, un guerriero, trasmetterà qualcosa che mancava a livello di aggressività e cattiveria agonistica. È una garanzia in questo, da compagno di squadra era un gran motivatore e tutto ciò lo trasmette”.

Quale rapporto la lega a lui?

“Non l’ho ancora sentito da quando si è insediato, ma Beppe è uno degli amici storici. Magari non ci sentiamo quotidianamente, ma quando ci vediamo esce fuori un gran bene. Andrò a trovarlo al centro sportivo tra qualche settimana, appena avrà respirato questo ambiente con tranquillità. Sicuramente andremo a cena: sono tranquillo, la Fiorentina non poteva scegliere meglio. Ha dimostrato tanto attaccamento alla Viola”.

Vede qualche giocatore in particolare che Iachini saprà rilanciare?

“Posso dire Chiesa ma sarei scontato. Da quel che so e si dice, Federico aveva problemi con Montella e Iachini ha l’esperienza per caricarlo e coccolarlo, è pur sempre un giovane seppur affermato. Mi aspetto il rilancio di Boateng, fino a ora per vari motivi non ha dato quanto avrebbe dovuto. E mi aspetto inoltre che nella seconda parte di gennaio arrivino due o tre regali, questa squadra ha bisogno di rinforzi”.

Il mercato è in pieno svolgimento, dove interverrebbe?

“A centrocampo c’è difficoltà: Castrovilli è fantastico, ha stupito tutti ed è destinato a diventare super, ma da solo non può reggere un reparto intero. La Fiorentina deve intervenire in attacco, non è un mistero. Cutrone secondo me è perfetto per questa rosa. E prenderei un vice-Ribery, viste le condizioni del francese. Attualmente, se vengono a mancare due giocatori importanti la Fiorentina è poco”.

A disposizione ci sono già Pedro e Vlahovic…

“Per il brasiliano, la soluzione migliore è andare a giocare perché la Fiorentina non può garantirglielo. Sappiamo che ha avuto difficoltà a causa dell’infortunio, non è mai facile recuperare. Non ha convinto ma non solo per colpa sua: quello italiano è un calcio nuovo e serve adattamento, sono tutti momenti che richiedono tempo e ora non ce n’è. Mandarlo in prestito è la scelta più logica. Vlahovic ha dimostrato di poter essere fondamentale, ma non va caricato di responsabilità. Non può avere tutto il peso sulle spalle. Un giocatore come Cutrone serve. Vlahovic è moderno e può giocare anche come seconda punta”.

Con l’avvento di Iachini e una seconda parte di stagione da disputare, quali prospettive si aspetta per la Viola?

“La Fiorentina vista nelle partite importanti è una squadra che può giocarsela con chiunque. È dipendente da un paio di giocatori e basta, credo che nessuno debba mettersi troppi obiettivi quest’anno. Sognare no, salvarsi sì. Il club, da come si muove, sa già cosa fare, la proprietà non è qui per divertirsi. Firenze ha bisogno di essere competitiva, devono pensare al mercato in corso ma anche al prossimo. Ci sono 30-35mila persone tutte le domeniche e questo la società non può che apprezzarlo, ci saranno sforzi”.

Giacomo Brunetti

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