L’amico d’infanzia a Marina di Gioiosa: “Rocco ha sempre amato il pallone. Il suo segreto? La caparbietà”

L’amico d’infanzia a Marina di Gioiosa: “Rocco ha sempre amato il pallone. Il suo segreto? La caparbietà”

A Marina di Gioiosa Ionica c’è una stazione, e davanti alla stazione c’è un piazzale, incastrato in Via Dante Alighieri. Ironia della Commedia, da lì è partito il cammino di Rocco Commisso nel calcio. Chissà com’era sessant’anni fa, quando un bambino calabrese sognava di fare il portiere e si tuffava su quell’arido cemento. Come tanti, nel dopoguerra, ha abbandonato il paesino di seimila anime viaggiando alla volta dell’America. Un fenomeno sociale espanso e incontrastabile, anche se quelle coste sono sempre state popolate: perché mentre in tanti salutavano per un sogno americano, altri dall’entroterra si muovevano da Gioiosa Jonica verso la parte marittima.

In una palazzina incastonata tra quelle vie, oltre mezzo secolo e qualche capello bianco dopo, abita Sergio Catalano. Insieme a Rocco giocava sotto al Sole cocente della Locride. «Sono ricordi lontani, ma il nostro legame era stretto. Abitavamo nella stessa casa». Rocco era testardo, tanto che «quando la maestra ci assegnava i compiti, lui si spostava per farli da solo, non voleva aiuti, ma riuscire con le proprie capacità». Otto anni e la voglia di divertirsi in un periodo di grande recessione. Sergio ricorda: «Eravamo sempre con il pallone, giocavamo davanti al portone o per strada, spesso scalzi per non consumare le scarpe. I nostri genitori si arrabbiavano altrimenti». All’epoca ci si conosceva per rione e, al momento della partenza, era sempre una sofferenza: «Partirono in tre, non vi erano possibilità. Ha presente i film vecchi dove le persone si salutano con fazzoletti bianchi e lacrime? Ecco, fu così».

Le due famiglie erano molto unite, tanto che poco prima di parlarmi, Sergio aveva sentito Rocco dopo diverso tempo. Stava andando in ufficio, a New York, e aveva chiamato la cugina, che abita vicino a Sergio, oggi negoziante di articoli sportivi a pochi passi dal Comune. Lì incontriamo Agatino, che racconta di un paese «in fibrillazione». La favola di Commisso è ben conosciuta in quelle terre. In pochi tifano Fiorentina, ma qualcuno c’è. «Siamo convinte che i tifosi viola aumenteranno presto», scherzano due signore davanti alla panetteria.

Dall’ultima volta che Rocco è tornato a Marina sono passati quindici anni, nei quali il suo impero Mediacom si è consolidato oltreoceano. Il giorno dopo la diretta da Times Square, il paese è in visibilio: «Lo hai visto ieri sera?», «Certo che l’ho visto». L’orgoglio è tanto e non si riesce a trattenere. «Un uomo che si è fatto da solo, per questo merita stima», così ce lo descrivono. E chissà che con il nuovo legame con Firenze, Rocco non possa ripercorrere anche quello natio.

Giacomo Brunetti

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