Casagrande: “Che grinta Veretout! A Firenze ho pianto in campo”

Casagrande: “Che grinta Veretout! A Firenze ho pianto in campo”

Fu il Cagliari a lanciarlo nel grande calcio quando, a ventitré anni, lo acquistò dal Monza, salvo poi rivenderlo, quattro stagioni e oltre centotrenta presenze dopo, alla Fiorentina. Francesco Casagrande, da calciatore, ha assaporato sia la Sardegna che la Toscana, quest’ultima regione in cui ha sfiorato lo Scudetto nel 1982 con la maglia viola. Agli ordini di “Picchio” De Sisti vestiva la maglia numero 4, interpretando il ruolo di mediano portatore d’acqua per i compagni di reparto Antognoni e Pecci. E adesso commenta per noi la sfida, alle porte, tra le sue due ex squadre.

Francesco Casagrande, come giudica la stagione della Fiorentina?

“La prima parte è andata un po’ male, poi dopo la tragedia di Astori c’è stata una reazione che ha portato a ottimi risultati. Una buona squadra che, se non avesse perso punti, oggi sarebbe tranquillamente in zona Europa League. Può ancora farcela e, comunque vada a finire, ha fatto un buon campionato”

Stefano Pioli sembra potersi meritare il rinnovo.

“L’allenatore conta poco nell’economia della squadra. I tecnici, spesso, hanno fatto i calciatori: il mister è in campo, lo interpretano i giocatori. Se c’è un gruppo solido, il gioco è fatto. Pioli, visto da fuori, è un tecnico preparato e molto prezioso dal punto di vista umano”.

Fra i giocatori della Fiorentina chi l’ha impressionata di più?

“Simeone e Chiesa fanno vedere cose importanti. Non solo, c’è anche Veretout che mi piace moltissimo per la sua grande grinta, oltre che per il fatto che segna molti gol. E poi Saponara, le cui qualità sono conosciute da tutti. Contro il Cagliari può essere la sua partita. Il ‘Cholito’ è stato protagonista contro il Napoli, in una partita strana: non avrei mai pensato di vedere la Fiorentina vincere 3-0, ritengo che la sconfitta partenopea sia legata al risultato maturato dalla Juventus con l’Inter. Il crollo psicologico ha aiutato i viola: se la Juventus avesse perso, chissà…”.

Il Cagliari sta lottando per la salvezza.

“Non mi aspettavo neanche questa situazione. Una squadra che è sempre stata al centro della classifica, è l’ambiente perfetto per giocare. Non è una brutta rosa, spero si salvi, anche se non penso accadrà. Ma lo spero, mi ha dato tanto come società. Sicuramente non è abituata a lottare per questi obiettivi, è in difficoltà anche per questo, basta vedere invece il Crotone”.

Che partita sarà al ‘Franchi’ fra Fiorentina  e Cagliari?

“Il Cagliari deve obbligatoriamente fare punti. La Fiorentina, però, è più forte ed è motivata dalla vittoria ottenuta sul difficile campo del Genoa: per i sardi è difficile, soprattutto sul piano psicologico”.

Quali sono i suoi ricordi più belli legati alle due esperienze?

“A Firenze mi è rimasto l’amaro in bocca, ricordo ancora quella settimana in cui ci cantarono, in 60.000, ‘campioni, campioni’. Non avevo mai versato una lacrima in campo, quel giorno accadde. Fu bellissimo. Poi sfumò lo Scudetto, in quel modo, proprio a Cagliari, croce e delizia della mia carriera. Fu il mio trampolino di lancio, la Sardegna: nel primo anno sbagliai un gol facile, se lo avessi segnato, probabilmente, avrei avute aperte le porte della Nazionale”.

Giacomo Brunetti

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