Fabio Turchi: “Viola, il pubblico ti darà la forza per sfidare alla pari la Juve”

Fabio Turchi: “Viola, il pubblico ti darà la forza per sfidare alla pari la Juve”

Nella notte della «Boxe Night Florence», al Mandela Forum, nell’anno in cui Nelson Mandela avrebbe compiuto cent’anni, si sono dati appuntamento migliaia di appassionati della noble art per assistere alle prodezze dei fiorentini più forti del momento. Sul ring insieme al gonfalone di Firenze è salito anche Leonard Bundu, al quale il sindaco Dario Nardella ha consegnato il Fiorino d’oro. La serata è stata l’occasione del passaggio di consegne tra il pugile più popolare della città con il nuovo simbolo gigliato: Fabio Turchi. L’imbattuto pugile 24enne, allenato dal babbo Leonardo, ex campione anche lui di pugilato, nella sua prima volta al Mandela, non finisce neppure il primo round: l’argentino Dario German Balmaceda getta la spugna dopo due minuti e 59 secondi. E, così, la corona International Silver WBC dei pesi massimi-leggeri resta a Firenze. Il Brivido Sportivo, in esclusiva, ha raccolto le parole di Turchi, campione di boxe ma anche grande tifoso viola al quale la Fiorentina, nella partita contro l’Hellas Verona, ha regalato un giro di campo al Franchi da brividi sotto la sua Curva Fiesole.

Fabio Turchi quanta emozione si prova a combattere davanti al proprio pubblico?

“E’ stata una bella responsabilità combattere davanti a migliaia di miei concittadini, ho cercato di sfruttare la cosa a mio favore, trasformandola in energia positiva sul ring”.

Poteva combattere per indossare la cintura UE dei pesi massimi leggeri, ma il rumeno Jur si è infortunato e dunque l’incontro è stato rinviato. C’è rammarico?

“Non nascondo che mi sarebbe piaciuto molto combattere per l’Europeo che per me è una cintura nuova da conquistare e mi sarebbe piaciuto incontrare un bravissimo pugile come Jur”.

E’ stata dura difendere il suo titolo, l’International Silver WBC, contro l’argentino German Balmaceda?

“Ero sicuro che la cintura sarebbe rimasta ai miei fianchi, ma Balmaceda era un avversario da prendere con le molle. Questa cintura mi permette di scalare il ranking del WBC e per me si potrebbero aprire delle opportunità molto interessanti anche a livello iridato. Punto al Mondiale”.

Turchi, ci racconta l’esperienza americana che ha vissuto nella serata organizzata dall’ex campione del mondo dei massimi Holyfield, ottenendo una vittoria schiacciante contro l’americano Banks?

“E’ stata una bellissima esperienza, ho avuto l’opportunità di conoscere una leggenda come Holyfield. In America il pugile è davvero protagonista, l’organizzazione è di gran lunga superiore alla nostra, sono contento di aver ricevuto molti consensi per la mia performance e credo che in aprile-maggio mi potrete rivedere sui ring americani, questa un’esclusiva che concedo al Brivido! Holyfield, con la sua agenzia, mi ha chiesto di tornare e lo farò”.

Dopo 14 incontri da professionista e altrettante vittorie, il soprannome di “Spacca Pietre” non è per niente casuale, visto che dieci dei suoi match sono finiti o per KO oppure per KO tecnico. Ci vuole spiegare il significato di questo nome?

“E’ stato un mio amico a scegliere questo soprannome, io non riuscivo a trovarne uno che mi piacesse… i miei amici mi chiamano da sempre Fabione ma non è molto originale. “Spacca Pietre” perché cerco sempre di demolire i miei avversari. Il mio pugilato è aggressivo. Da lì il soprannome che mi è subito piaciuto”.

Quanta preparazione fisica e mentale occorre per arrivare a questi livelli?

Leonardo Turchi (padre e allenatore di Fabio ed ex pugile, sette volte campione italiano dei mediomassimi): “E’ una preparazione continua, mio figlio è un professionista, si allena due volte al giorno, tutti i giorni. Il riposo è sempre molto poco”.

Fabio Turchi: “La parte mentale è fondamentale, per questo ho collaborato anche con un mental-coach. La mente interagisce con il corpo ed è importante quanto la preparazione fisica”.

Firenze, la Toscana, riescono a sfornare grandi atleti: Turchi oggi, prima Leonard Bundu e, guardando più indietro, Mario D’Agata, ex campione del mondo. Quanto orgoglio c’è nel portare Firenze nel mondo?

“Per un fiorentino, con il senso di appartenenza che abbiamo, è qualcosa di indescrivibile. Un orgoglio che ho toccato in America, citando Firenze capivo quanto la nostra città sia nota nel mondo. Gli americani mi hanno chiesto anche del Calcio Storico Fiorentino, conosciuto anch’esso a livello mondiale”.

Chi l’ha introdotta alla Boxe?

Fabio Turchi: “Nasce ovviamente tutto da mio padre, è stato tutto naturale, sapevo fin da piccolo che sarebbe stata la mia strada”.

Leonardo Turchi: “Io l’ho sempre spinto a seguirmi. Ma a lui è sempre venuto tutto naturale. E’ sempre stato un bambino molto intelligente attento ad ogni particolare, non è stato necessario insegnargli molto. E’ soprattutto un ragazzo umile e che rispetta il prossimo”.

Cambiando sport, lei è un grande tifoso della Fiorentina, che emozione le ha trasmesso l’abbraccio del Franchi nel pre match di Fiorentina-Verona?

“La Fiorentina mi ha invitato nella partita contro il Verona per promuovere il mio match del Mandela Forum. E’ stata un’emozione unica, andare sotto la Fiesole è stato un grande onore. Sono sempre andato in Curva, quando ero piccolo avevo l’abbonamento. Oggi con gli impegni di lavoro riesco ad andarci di meno, ma seguo la squadra assiduamente”.

Quanto possono essere importanti giovani di talento come lei e come Federico Chiesa per lo sport nazionale?

“Ripartire dai giovani è fondamentale. Chiesa è già un orgoglio per il calcio italiano. Purtroppo oggi lo sport nazionale in generale non sta passando uno dei suoi momenti migliori. Il calcio è fuori dai Mondiali e l’Italia non offre molto ai cosiddetti sport minori. I giovani sono la medicina giusta”.

Cosa pensa della Fiorentina di oggi?

“E’ un anno di transizione. La squadra è giovane, sta cercando di trovare una propria identità. Da tifoso dico che spero che la società tenga i pezzi migliori, proprio come Chiesa, per cercare di eccellere dalla prossima stagione”.

Come vive la partita contro la Juventus?

“Per un fiorentino quella con la Juventus è una partita diversa dalle altre. Sono sicuro che la squadra viola riuscirà a tirare fuori il cento per cento. L’incitamento del pubblico sarà, come sempre, incredibile. La Curva Fiesole darà la forza per affrontare i bianconeri alla pari e sarà il dodicesimo uomo in campo. Lo è sempre stata, anche a Gubbio, figuriamoci contro la Juve…”.

Chi è il mito di Fabio Turci e dove vuole arrivare?

Fabio Turchi: “Myke Tyson è in assoluto il pugile che mi ha più emozionato. Vorrei arrivare al massimo e non mi pongo limiti, sono passato professionista perché ambisco al titolo mondiale. Mi piacerebbe regalarlo a Firenze”.

Leonardo Turchi: “Intanto spero che riusciremo ad arrivare al titolo europeo. Purtroppo abbiamo pochi pugili buoni qui in Italia e per combattere dobbiamo sempre andare fuori. E’ un momento di difficoltà generale per il nostro pugilato che speriamo di riuscire a superare”.

Lucia Petraroli

Articoli Correlati

I commenti sono chiusi.