Alessandro Antognoni: “Vi racconto il mio babbo… Unico!”

Alessandro Antognoni: “Vi racconto il mio babbo… Unico!”

Di questa stagione, non certo indimenticabile sul piano sportivo, qualcosa la ricorderemo per sempre: il ritorno di Giancarlo Antognoni nella Fiorentina dopo 15 anni di assenza. Un rientro storico e preziosissimo per la società viola perché avvenuto in una fase di difficoltà, nella quale il Capitano può rappresentare un punto di riferimento a cui aggrapparsi per far ripartire un nuovo ciclo. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con Alessandro Antognoni, il figlio dell’uomo più amato di Firenze. Una piacevole chiacchierata che ci ha anche permesso di scoprire le qualità nascoste dell’Antognoni – padre e le emozioni vissute nel giorno del tanto sospirato rientro in viola.

Alessandro Antognoni, come vive il rapporto con suo padre e come “convive” con l’Antognoni personaggio pubblico?
“Come padre è fantastico, sempre presente, mi ha aiutato a cercare la mia strada. Non mi ha mai spinto nel calcio, mi ha sempre lasciato fare quello che più mi piaceva. Vivere a Firenze ed essere figlio di Antognoni è bellissimo. Fin da piccolo ho respirato l’amore della città per lui, un affetto che mi ha sempre riempito d’orgoglio. Nessun trofeo può eguagliare tutto questo. L’affetto e l’amore di un’intera città sono la vittoria più grande ottenuta da mio padre”.

Che cosa si ricorda dell’Antognoni giocatore? Ha mai pensato di provare a seguire le sue orme?
“Ero molto piccolo quando giocava, ho vissuto la sua carriera soprattutto grazie ai racconti e ai filmati nei quali ho potuto ammirare quanto mio padre fosse elegante e fortissimo sul campo. Lui non mi ha mai spinto né ostacolato, mi è sempre piaciuto giocare a calcio. Ma per il figlio di Antognoni diventare un calciatore professionista, a Firenze, sarebbe stato un peso troppo difficile da sostenere”.

Come ha vissuto suo padre il distacco dalla Fiorentina per 15 anni?
“La Fiorentina è sempre stata tutta la sua vita. Anche quando la strada si è interrotta, lui l’ha sempre seguita, da lontano. Il suo cuore è sempre rimasto lì. Appena c’è stata la possibilità di rientrare ha detto subito sì, senza neanche pensarci un secondo”.

E come ha vissuto questo distacco la vostra famiglia?
“Sapere che lui sentiva questa mancanza ci faceva stare male, lo ha aiutato molto lavorare con i giovani in Federazione. Fortunatamente la storia ha avuto un lieto fine. Adesso speriamo bene per il futuro”.

Ci racconta il momento in cui le ha annunciato che sarebbe rientrato in viola?
“Ci siamo sentiti, aveva una voce emozionata, lui cerca sempre di non far trapelare le proprie emozioni, ma quando ci siamo visti mi è bastato guardarlo negli occhi, occhi che luccicavano… il primo amore non si scorda mai”.

Oggi la Fiorentina vive un momento delicato. Una parte della tifoseria critica la proprietà. Qual è il suo punto di vista da tifoso?
“Ho vissuto la Curva Fiesole. Da tifoso comprendo il malumore che ci può essere. Mio padre è entrato, in una stagione difficile, ma la Fiorentina in questi anni ha sempre fatto bene andando sempre in Europa e facendo dei bei campionati. Fare il salto di qualità per competere con le grandissime è molto complicato, per vari motivi. Sicuramente lo stadio nuovo potrà portare nuovi scenari per poter crescere ulteriormente. Sono convinto che questa proprietà abbia sempre voluto fare il bene della Fiorentina e farà bene anche in futuro”.

Come può rendersi più utile Giancarlo Antognoni per la Fiorentina?
“Mio padre è un punto di riferimento per la società in tutto il mondo, lui rappresenta la Fiorentina e questa maglia. E’ anche un grande intenditore di calcio… non fa altro che guardare partite di ogni tipo, mai un film… la sua è una vera passione. Da dirigente ha scoperto molti talenti e credo che potrebbe dare una grande mano in questo senso”.

Che Fiorentina si aspetta per il futuro?
“Una squadra che riparta dai giovani. Mi ha fatto un grande effetto vedere in campo Federico Chiesa perché mi ricorda tanto suo padre che ammiravo dalla Curva. E’ bravissimo, spero si possa ripartire da lui e da Bernardeschi”.

Già, cosa farà Bernardeschi?
“Spero rimanga a Firenze almeno un altro anno. Non è facile perché nel calcio moderno i grandi club bussano alla porta dei talenti più forti”.

Cosa pensa di Sousa e del suo possibile successore Pioli?
“Quest’anno ho visto grandi partite della Fiorentina, per esempio quella con la Juve, poi però la squadra si è persa con avversari sulla carta più deboli. Credo, comunque, che Sousa abbia cercato di tirare fuori il meglio dai suoi. Stefano Pioli può essere il profilo giusto per Firenze. Mio padre lo conosce bene e può riportare in alto la Fiorentina. Come profilo ammetto che mi pace anche Di Francesco”.

Quale immagine conserva nel suo cuore legata al rapporto fra Firenze e suo padre?
“Ho molti ricordi. Uno su tutti: quando gli consegnarono le chiavi della città, all’uscita da Palazzo Vecchio fu esposto uno striscione carico d’amore da parte di ragazzi, anche più giovani di me, e questo mi ha fatto capire ciò che rappresenta mio padre per la tifoseria viola. Lui mi racconta spesso che quando lasciò la Fiorentina e decise di andare a Losanna, alla sua prima partita in Svizzera arrivarono da Firenze oltre 2mila fiorentini che riempirono il piccolo stadio della cittadina elvetica. Fu una prova d’amore immensa”.

Lucia Petraroli

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