Che traffico sull’asse Firenze – Crotone

Nemmeno un anno fa, più o meno a metà aprile, Federico Bernardeschi brindava alla promozione in Serie A del Crotone: «Sono davvero contento – disse -, è una di quelle storie che fanno bene al calcio. Crotone è una realtà splendida, sanno valorizzare i giovani e li un ragazzo ha tutto per crescere in maniera tranquilla. Per me quell’esperienza è stata fantastica, ho sentito fiducia e ho trovato continuità, devo ringraziare tutti. Sono felice e voglio fare i complimenti a tutti, ai miei ex compagni, allo staff e al mio amico Capezzi. Non vedo l’ora di sfidarli il prossimo anno in Serie A e potermi complimentare di persona con loro». Il count down, adesso è davvero scoccato, ma il calendario serrato non lascia spazio al cuore. La Fiorentina deve tornare a vincere in campionato con continuità, specie al Franchi, in quel fortino dove fin qui nessuno, in Serie A, è mai riuscito a superare Tatarusanu. C’è ancora da conquistare la matematica promozione ai sedicesimi di Europa League, per quanto il successo esterno in Repubblica Ceca sia stato fondamentale (complice anche il ko dei greci del Paok contro il Qarabag) per il primo posto nel girone. Non si potranno sprecare energie, perché fino a domenica 6 novembre si dovrà vivere in apnea. E allora, intanto, c’è da superare il Crotone. Bernardeschi si ritroverà da avversario Beppe Ursino, l’uomo mercato del presidente Vrenna che tanto lo volle nel suo gruppo di giocatore, e pure i due ex viola Fazzi e Capezzi, riscattati dai calabresi in estate per un pugno di milioni (1,8 complessivamente). Sarebbe stato un gioco al massacro per la Fiorentina di Corvino trattenerli, per via di un duplice contratto in scadenza. Sarà il campo, poi, a dire che ha avuto ragione. Si sfideranno comunque due delle società che sul settore giovanile hanno dimostrato di credere da sempre. Del resto non è una sorpresa che in Serie A ci siano già diverse delle pianticelle cresciute nel vivaio viola: da Bittante, finito al Cagliari dopo una stagione all’Empoli, a Iemmello è passato al Sassuolo, senza dimenticare Matos all’Udinese e i due slavi Jovetic e Ljajic, rispettivamente Inter e Torino che in Italia sono arrivati giovanissimi scovati dall’attuale direttore generale dell’area tecnica. A Crotone, allo stesso odo, di talenti ne sono transitati diversi, da Florenzi (oggi alla Roma) a Ogbonna (West Ham), da Cataldi (Lazio) a Sansone (Villarreal), da Konko (Atalanta) a Pellé (Shandong Luneng Taishan).
Bernardeschi è lì, in Serie B, che ha cominciato a costruirsi. Era la stagione 2013/14: dopo la prima giornata di campionato disputata con la Primavera (due gol), Federico non ha avuto paura. Ha preso la sua valigia e si è trasferito in Calabria. In 38 gare di campionato ha messo insieme dodici gol inventandosi pure sette assist: i riflettori è stato bravo ad accenderseli subito su di sé. Quell’anno il Crotone si qualificò per i play off promozione, ma l’eliminazione arrivò subito contro il Bari. A trattenerlo a Firenze, fin dal ritiro, nel luglio 2014, è stato Vincenzo Montella: con lui ha debuttato in Europa (con gol, al Guingamp pur subentrando) e pure in campionato trovando l’unico centro in Serie A all’ultima giornata (settima presenza, seconda da titolare). Paulo Sousa lo ha difeso due volte: nell’estate 2015, quando poi gli è stato prolungato il contratto con la Fiorentina, e pure la scorsa, quando invece erano state diverse le sirene a suonare, in Italia e all’estero.
Del Crotone, alla Fiorentina, piaceva Ferrari, acquistato poi dal Sassuolo (che lo ha lasciato ancora un anno nel club di provenienza), ma alla fine si è virato su altre figure, dall’esperienza di De Maio fino alla spregiudicatezza di Salcedo. Oggi anche loro, dietro, non potranno sbagliare: perché per tornare a correre in classifica, adesso, servono vittorie a raffica.

 

Francesca Bandinelli

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