3 maggio 2014: la Fiorentina gioca la finale di Coppa Italia… sembra trascorso un secolo

3 maggio 2014: la Fiorentina gioca la finale di Coppa Italia… sembra trascorso un secolo

Sembra trascorso un secolo, ma sono passati appena 3 anni. Il 3 maggio del 2014 la Fiorentina si gioca la finalissima di Coppa Italia, all’Olimpico di Roma, contro il Napoli. Un sogno, quello di alzare finalmente un trofeo, che si tramuta nell’incubo di una notte assurda. La scomparsa di un tifoso napoletano, ucciso a colpi di pistola da un sostenitore romanista nel corso di scontri lontani dallo stadio, macchia tragicamente la serata capitolina influenzando inevitabilmente anche la partita, cominciata in un clima di guerriglia con quasi un’ora di ritardo.
La Fiorentina è orfana di Cuadrado, Pepito Rossi (in panchina) e Mario Gomez. Niente attacco atomico, insomma. Il Napoli parte fortissimo, infilando due reti nella porta difesa da Neto: doppietta di Insigne (il secondo con deviazione di Tomovic) e 2-0 dopo appena 16’. Ma la Fiorentina trova la forza per reagire, accorciando con Vargas e pareggiando nel finale di primo tempo con Aquilani, un gol (ingiustamente) considerato in fuorigioco e, dunque annullato. Nella ripresa il tecnico Montella dà spazio a Rossi (che rientra dopo 5 mesi dall’infortunio) ma la palla del pareggio ce l’ha Ilicic a una manciata di secondi dalla fine. Lo sloveno, solo davanti a Reina, conclude come peggio non si può e getta alle ortiche le chance di vittoria dei viola. Anche perché, sul ribaltamento di fronte, il Napoli la chiude con Mertens per un finale di rabbia e rammarico.
Nonostante la sconfitta, quella Fiorentina era una squadra che faceva sognare i suoi tifosi. Che li accendeva di passione, spingendoli ad accorrere in massa nella Capitale oppure ad assieparsi davanti ai maxischermi allestiti a Firenze e arrivando a sfiorare un successo per lunghi tratti anche meritato. Uno scenario dal quale, dicevamo, a guardare la situazione attuale di casa viola sembra trascorso un secolo… eppure sono passati soltanto 3 anni.

Tommaso Borghini

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